Malattie giapponesi (piccola confessione)
Perché non aggiorni il blog? Mi sento chiedere ogni tanto. Oggi vorrei darvi la risposta, anche se tutti consigliano di non scrivere online certe cose.
Perché non aggiorni il blog? Mi sento chiedere ogni tanto. Oggi vorrei darvi la risposta, anche se tutti consigliano di non scrivere online certe cose.
A 17 anni ai miei non ho chiesto un regalo materiale (mi arrivò lo stesso una collana di perle “di famiglia”, tranquilli!). Ho chiesto solo di pagarmi una grande festa, di quelle tipo ballo di fine anno in America, con cena offerta e dress code, in un ristorante con sala da ballo e dj. Volevo, in sostanza, ricambiare a un paio di amiche il favore di avermi fatto sfoggiare dei vestiti da sera che altrimenti mai avrei messo.
È stata la festa più bella della mia vita, ma alcune cose non sono andate esattamente al meglio. Non vi racconterò della rissa sfiorata (di cui tra l’altro non mi sono accorta e mi è stata raccontata a posteriori), perché non ho mai avuto entrambe le versioni dei fatti.
Devo farvi una piccola confessione: io non sono ipocondriaca.
Non sono una che non si fida dei medici e che ogni volta che sente parlare di una malattia se la sente anche addosso.
Se però vi può consolare, il 70% delle persone mi definisce ipocondriaca. No, non è che lo sono e non lo ammetto, è che loro per “ipocondriaca” intendono quello che sono davvero e cioè “germofoba”. Che è un’altra cosa, ma il termine non è così conosciuto (e poi “bradipogermofoba” non suonava altrettanto bene).
Non so che farci. Mi piacciono i rossetti scuri. E più sono freddi e vistosi, meglio è. Tutto fa brodo: dal fragola estremo al bordeaux al quasi nero.
Allora. L’anno scorso ero single. E anche l’anno prima. E l’anno prima. Ma non stiamo parlando della triste storia della mia vita, ma semmai di un triste episodio della mia vita. Che è successo l’anno scorso. Mentre ero single. San Valentino incombeva, ed ennesimamente io stavo cercando amici single che si prestassero a squartare un…
Perché io sono come il mio gatto. Fingo granitico cinismo, ma sotto sotto sono dolciastra come una mela cotta. Siccome fa molto trendy, non posso fare a meno di scagliarmi contro San Valentino, ogni anno, fidanzata o no. Perché è una festa commerciale bla bla bla (a differenza del Natale: in comune ci sono solo le renne), perché ci si ama tutto l’anno, ma soprattutto perché i cioccolatini fanno ingrassare.
Per cui passo il mese precedente a dire alla Bestiola che noi no, non festeggeremo san Valentino, per i motivi succitati. Per poi, annualmente, rimangiarmi tutto pochi giorni prima, di modo che il povero malcapitato, che pensava di essersi svangato l’incombenza, deve invece organizzare tutto all’ultimo.
Non ho finito di lavare i piatti, ma penso che rimedierò durante la reunion di Albano e Romina. Visto che con la Fabian il trito e ritrito mi è bastato. Comunque il sarto di Romina è palesemente lo stesso di Emma.
Senza nemmeno una pausa pubblicitaria, che mi sarebbe stata utile per lavare i piatti, Carlone parte subito presentando Chiara, che canta Straordinario. Cioè ciò che non ho mai trovato in lei. Ogni volta che fa un acuto sembra che le manchi la voce, come se andasse a intermittenza. Come faccio io per non farmi sgamare la scarsa estensione vocale al karaoke, ma io canto nelle bettole, lei all’Ariston. Menzione speciale all’abito da bancarella. In piazza stanno facendo tutti il tifo per lei.