Volevo cominciare a parlarvi delle nuove collezioni di alcune catene di abbigliamento in una nuova rubrica (puntualissima, visto che ormai siamo in estate 😛 ), ma prima è il caso che io scriva un post introduttivo sullo shopping di abbigliamento in generale, con alcune premesse.
Per prima cosa: bradipi e bradipesse fanno poco shopping. E questo accade per una principale ragione e cioè che fare shopping è assai faticoso. Hanno compiuto studi sulle calorie che si consumano durante una sessione seria di shopping e pare che fossero di più di quelle che si consumano facendo sesso. E il bradipo è un animale, quindi pensando in ottica darwiniana la sua scelta l’ha già fatta.
In particolare, invece, io faccio poco shopping per due principali motivi:
– Non ho abbastanza soldi
– Anche se li avessi (e in passato ne ho avuti parecchi), trovo che il 95% delle cose in vendita non vale il prezzo che costa. E non lo dico a spanne, lo dico perché so di cosa si parla, avendo studiato merceologia.
Faccio eccezione per gli accessori: borse e scarpe, ma anche gioielli (seri, non bigiotteria alla “Accessorize”), perchè quello è un investimento e sono cose che mediamente rimangono nel tempo, a differenza dei vestiti, che dopo una cinquantina di lavaggi sono spesso da eliminare.
Questo fa sì che io faccia shopping quasi unicamente durante i saldi (quando cioè i prezzi si avvicinano al reale valore dell’abito/bigiotteria), che purtroppo, una volta su due, corrispondono al periodo in cui devo regalare allo Stato quasi il 50% del mio fatturato. Onestamente non mi pesa indossare i vestiti della stagione precedente, e non solo perché ho risparmiato. In realtà molti se li sono dimenticati, e un anno dopo, di colpo, diventano originali e tutti ti chiedono dove hai comprato quel maglione, perché loro lo cercano da secoli (cioè da un paio di mesi, perché se l’avessero cercato anche solo un anno prima lo avrebbero trovato da Mango scontato del 50%).
In generale, cerco tessuti di qualità. Minimo cotone e lana, per arrivare alla seta e al cachemire. Questo non vuol dire che non si possono comprare vestiti di poliammide e elastan, a meno che non si sia allergici (e le allergie stanno aumentando a dismisura per la crescente esposizione al sintetico, che spopola sia dai cinesi che nelle grandi catene). L’importante è che quando si fa la valutazione del rapporto costo/valore o qualità/prezzo si sappia che si sta comprando qualcosa che durerà una o due stagioni, e che poi saremo costretti a riciclarlo in qualche modo.
Infatti un altro cardine della mia filosofia è che non si butta niente. Lo si dà alla Caritas o lo si swappa (io AMO gli swap, un giorno ve ne parlerò), oppure si tiene per le operazioni di riciclo dei vari negozi. Sì, sono una mezza fregatura, perché lo sconto che ne ricavi è solo un mezzuccio per farti comprare più roba, ma il tutto è sempre meglio che lo scudetto alla Juventus.
Quindi, tirando le somme, è davvero raro che io compri qualcosa durante la stagione, ma questo non mi impedisce di guardarmi attorno, prendendo informazioni su materiali e prezzi e facendo una cernita di quello che comprerò durante i saldi, quando in media non è rimasto niente, e per questo la cernita deve essere ampia e riguardare più o meno TUTTI i negozi della città.