La cosa peggiore erano le notti. Io non avevo mai dormito da solo, quindi avevo paura. Così chiedevo di entrare nella stanza dell’Umana, ma vivevo col terrore che decidesse di precorrere i tempi e di mangiarmi subito, così mi nascondevo sotto il letto e piangevo.
Non posso dire che mi mancasse qualcosa: c’era pappa buona in quantità, una cuccia e una lettiera piazzata strategicamente in un angolino discreto. Però mi mancavano le mie sorelline, il freddo e l’erba. Mi dava un sonoro fastidio non riconoscere gli odori di quel posto, e quindi piangevo, cosa che all’Umana dava molto fastidio. Continuava a ripetermi “Cisfrattano”. Non so cosa sia cisfrattano, ma penso si riferisse al condimento con cui mi avrebbe servito.
Non ricordo esattamente quando ho capito che l’Umana altri non era che la mia nuova Dispensatrice di Cibo. E’ stato ingenuo da parte mia non capire che sono troppo importante per essere mangiato, che ero una star e che nessuno si sarebbe mai permesso di farmi del male. Ma cercate di capirmi, ero piccolino e non sapevo come andava il mondo. La mia mamma mi aveva certamente raccontato delle storie per non farmi allontanare, come del resto fanno tutte le mamme, no?
Solo, devo ancora capire cos’è il Cisfrattano.




