Ci tengo a precisare che non è mia intenzione aprire un dibattito sul problema dell’immigrazione: non conosco i fatti in prima persona e quindi non posso esprimermi. Questo post prende in esame una sola componente: quella delle malattie.
Essendo ipocondriaca, mi sembra di essere la persona più adatta per affrontare il tema. Qualora pensiate che l’ipocondria non basti ad essere informati (oh ingenui 😛 ), sappiate che ho anche chiesto la consulenza di una mia ex compagna di scuola, specializzanda in igiene.
Che aspettate? Ipocondriaci e non, leggete oltre!
Ultimamente sui giornali ne leggo di tutti i colori. Roba che se non fossi informata al 100% su una buona percentuale delle malattie esistenti, potrei davvero preoccuparmi per la presenza di profughi untori sul nostro patrio suolo.
Partiamo da un morbo abbastanza tranquillo
La scabbia
Qui lascio la parola a Claudia, l’amica di cui parlavo prima: “È un parassita della pelle (parente dell’ acaro) [quindi non un morbo ndr], dà come segno clinico un prurito incoercibile. Il contatto avviene quasi sempre per contatto diretto […] si diffonde facilmente ma NON SI TRASMETTE PER VIA AEREA. Predilige i climi FREDDI, dall’ Italia NON SE NE ERA MAI andato e siamo noi a rendere possibile una rapida diffusione costringendo i migranti a vivere in condizioni disumane, quindi niente che richieda cordoni sanitari o BL4. Per guarire richiede solo una crema e un po’ di pazienza e attenzione”.
Che dire: ok, il prurito è fastidioso. Se proprio siete terrorizzati evitate di toccare gli immigrati e le loro lenzuola/vestiti ecc. Però sappiate che ve lo potete prendere anche dal vostro vicino di casa. Ebbene sì, nessuno è al sicuro. Ma per fortuna non è mortale.
E il primo nemico lo abbiamo affrontato. Passiamo alla
Malaria
Qui trovate un articolo da spanciarsi. Ve ne riporto anche un estratto in foto
Proprio così. Emergenza sanitaria. Per la malaria, a quanto dice il titolo. Ora, i meno ipocondriaci di voi (che suppongo siano i meno informati) mi staranno ricoprendo di insulti inverecondi: “Questa è una cosa seria! – diranno – Guarda che di malaria si muore!”. Sì sì, tutto vero. Ho avuto la fobia della malaria quando la mia maestra me l’ha spiegata a sette anni. Per fortuna l’enciclopedia mi è stata d’aiuto allora (e ne esistono anche in internet, giuro!): la malaria è una malattia grave, ma non si passa da uomo a uomo. Serve un veicolo, e quello è la zanzara. “E ti pare poco? – continuerà l’allergico all’enciclopedia – Di zanzare siamo pieni!”. Anche questo è vero, ma quelle che ci sono da noi non possono veicolare la malaria. L’unica zanzara che potrebbe infettarvi con la sua puntura si chiama Anopheles, e in Italia non c’è. Ecco perché rido dell’emergenza sanitaria, anche se effettivamente a leggere queste cose su un “giornale” ci sarebbe da piangere.
Vaiolo
Ebbene, qui hanno tirato in ballo anche il vaiolo. Che, ricordiamolo, è stato debellato, ed esiste solo in un paio di laboratori, suppongo sotto chiave. In realtà, se andiamo oltre il titolo (fuorviantissimo) dell’articolo (“Trenta cadaveri su un barcone, nuova tragedia nel Canale di Sicilia. Sospetto caso di vaiolo su nave in arrivo a Catania”) e andiamo avanti nella lettura, scopriamo che si parla di vaiolo di scimmia che, per la cronaca, è una bella gatta da pelare, ma non è mortale (o meglio, non più dell’influenza: se avete 80 anni e non vi sentite tanto in forma, state lontani dalle scimmie!)
Ebola
Rimane un evergreen, anche se l’epidemia è sotto controllo. Ricordo che l’unico che può portare l’ebola in Italia è un malato che viaggi in aereo. Altrimenti, detto con somma umanità, crepa prima di varcare il confine. Quindi, se proprio avete bisogno di preoccuparvi, state in pena se vedete un Africano facoltoso appena sceso da un aereo: sia mai che provenga dalla zona Ebola. Ah, anche i medici italiani, bianchi e non indigenti, se provengono da zone endemiche potrebbero darvi problemi. Gli immigrati sui barconi no, però.
Perché non mi si dia della buonista, comunque, vi annuncio che dei rischi ci sono, se state a contatto con immigrati appena giunti in Italia: la gastroenterite. Che a me personalmente terrorizza ma che, comunque, non è mortale.